La melissa, della famiglia delle
Labiatee, cresce spontaneamente nell'Europa mediterranea e in Asia occidentale e in Italia si può trovare lungo le siepi e nelle zone ombrose. È una pianta erbacea perenne dal portamento cespuglioso con foglie picciolate, ovali e pelose, mentre i fiori, di un rosa pallido, hanno la forma di calice campanulato. Il suo
nome pare derivi da greco e significa "miele", probabilmente perché l’odore dei suoi fiori attira le api, che ne succhiano volentieri il nettare. Anticamente Galeno e Paracelso la consigliavano per curare le manie e i disturbi psichici, mentre gli Arabi, nell’XI secolo, attribuivano alla specie “la meravigliosa proprietà di rallegrare e confortare il cuore”.
I vari utilizzi della melissa
Attualmente, in ambito erboristico, le foglie di melissa, ricche di olio essenziale, hanno vari utilizzi:
- in stati d’ansia con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico;
- in caso di dolori mestruali, nevralgie, disturbi della digestione, nausea, flatulenza crampi addominali e colite, grazie alla sua azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa;
- nel trattamento del mal di testa causato da tensione nervosa;
- per problemi d’insonnia causata da stanchezza eccessiva, nervosismo, sindrome premestruale e tachicardia;
- per combattere l’Herpes simplex.
0 commenti