Primizia primaverile per eccellenza, il ravanello è una radice commestibile dalle tante proprietà salutari. La sua provenienza è ignota, anche se sappiamo che era conosciuta già dagli antichi Egizi che lo mangiavano insieme a degli spicchi d’aglio. I medici greci e latini, invece, lo utilizzavano per placare la tosse, facilitare la digestione e accrescere la secrezione lattea, mentre, in epoca medievale e rinascimentale, era utilizzato come tonico per curare febbre, pertosse, artrite, calcoli e per conciliare il sonno.
Perché fa bene
Esistono tre tipi di ravanello: i bianchi, i rossi e i neri, tutti particolarmente benefici per la nostra salute. Con solo 11 calorie per 100 grammi, infatti, sono composti per lo più da acqua e tra i loro nutrienti ci sono ferro, fosforo calcio, vitamine del gruppo B, vitamina C e acido folico. Grazie, poi, ed un’elevata concentrazione di zolfo, sono un potente antiossidante che aiuta a prevenire moltissime malattie anche per l’elevato contenuto di vitamina C che, tra le altre cose, aiuta a prevenire i sintomi del raffreddore.
Le proprietà fitoterapiche del ravanello
I ravanelli vantano numerose altre proprietà che sono sfruttate soprattutto in fitoterapia. Ad esempio, aiutano il rilassamento dei muscoli e del sistema nervoso; hanno proprietà diuretiche e depurative e se utilizzati come infusi e decotti, possono essere preziosi coadiuvanti e sedativi contro tosse e infezioni delle vie respiratorie. I semi di ravanello, infine, possono essere un buon rimedio contro la stipsi.
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